Articolo per il quotidiano La Nuova Sardegna
(pubblicato il martedì 6 marzo 2012)
INSEDIAMENTI PRODUTTIVI, DECOLLO MANCATO (E GIOVANI CHE ATTENDONO)
E’ il primo “biglietto da visita” che offre il paese per chi arriva dalla
strada statale 130; il degrado e lo stato di abbandono regnano
incontrastati nell’area del P.I.P. (Piano Insediamenti Produttivi) al palo
da oltre un decennio. Uno tra i passi del programma elettorale del
2008 recitava così: «L’obbiettivo che la nostra,nuova, formazione si
propone è quello di favorire lo sviluppo economico concorrendo
all’abbattimento del tasso di disoccupazione creando in primo luogo
le condizioni per il consolidamento delle strutture produttive esistenti
e l’ampliamento del PIP...».
di Tonino Uscidda
DECIMOMANNU.
Parole al vento quelle spese nel programma elettorale del 2008? Parrebbe proprio
di si se si guarda la situazione in cui versa il PIP a Decimo. Eppure basterebbero “poche”
azioni mirate per attenuare il dissesto che perdura da oltre un decennio e rende
impresentabile l’intera “area produttiva” di Decimomannu; manca almeno una altra strada
di penetrazione, contro strade parallele alla 130 (un cavalcavia di collegamento al paese è
rimasto sulla carta) energia elettrica e acqua. Ventiquattro i lotti comunali venduti anni fa
a prezzo agevolato ai privati: una scommessa persa finora anche per tanti giovani in
cerca di un mestiere e, ovviamente, di una occupazione stabile. Lo stesso fabbricato
“Incubatore di impresa” fatto erigere dall’Amministrazione comunale (un investimento di
denaro pubblico di poco meno di 400.000 euro)al fine di favorire la creazione di impresa
soprattutto da parte dei ragazzi è ancora - pur ultimato da tempo e collaudato, -
desolatamente vuoto. E’ “a voce alta” che alcuni tra gli artigiani che hanno acquistato i
lotti nell’area interessata hanno inteso segnalare lo stato di abbandono in cui versa il
P.I.P. Sono solo tre sinora le imprese, ‘’avanguardie coraggiose’’, che hanno avviato
l’attività – per mezzo di generatori di corrente e pozzi d’acqua - per provare a dare
impulso alla crescita aziendale e occupazionale nel “paese delle opere pubbliche
incompiute”, fatto oggetto negli ultimi tempi dalle “irruzioni” di “Striscia la notizia”.
Il meccanico Antonio Ordau non risparmia critiche: «Ho fatto progettare una officina con
annesso autolavaggio e centro revisioni, ebbene, mi chiedo come faranno i miei clienti a
raggiungere agevolmente l’officina vista la totale inadeguatezza della rete viaria. Sono
tutt’ora indeciso a spendere oltre 300.000 euro per innalzare il capannone...». Non
glissa Ordau quando aggiunge preoccupato: «E se poi le persone non vengono? come
faccio a ripianare una cifra del genere? Tre anni fa – ha ricordato - ricevetti una lettera dal
Comune che mi sollecitava ad iniziare i lavori; risposi che ero impossibilitato a partire e
nel contempo mi lamentai per la mancanza di strade e corrente elettrica. Da quel di non
ho più ricevuto alcuna comunicazione». Punta il dito all’indirizzo del Comune anche
Filiberto Littera; il piccolo imprenditore che opera da anni nel settore degli infissi metallici
(ha investito oltre 250.000 euro, pagato gli oneri di urbanizzazione, paga un oneroso
mutuo in rate mensili ma opera ancora per forza di causa maggiore nella vecchia sede nel
centro del paese) vede – fermo restando così le cose - un futuro alquanto incerto per il
tessuto produttivo della zona. Una opinione interlocutoria la esprime invece l’impresario
caseario Nanni Picciau. Un lotto comunale il suo di circa 9000 metri quadrati - acquistato
cinque anni fa - dove sorge una moderna e ampia struttura prefabbricata in via di
completamento: un investimento per oltre tre milioni di euro che darà lavoro, è l’auspicio,
ad oltre trenta operatori. «Tuttora mancano le strade di penetrazione – lamenta il giovane
imprenditore - l’unica via di accesso è in condizioni vergognose. Inconcepibile una area
produttiva dove manca la cabina elettrica di trasformazione (ma il Comune ha pagato
all’Enel i diritti di elettrificazione) e una adeguata sorveglianza, visto anche l’avanzare del
degrado circostante». Nella zona sono presenti alcune discariche abusive e un furto è
stato perpetrato poco tempo addietro all’interno di un magazzino contenente merce
informatica. «Comunque sia, io e la mia famiglia non ci perdiamo d’animo; non possiamo
assolutamente lasciare cadere questa occasione. Il PIP a Decimo è ubicato in una
posizione strategica (l’insediamento costeggia la 130 quasi all’altezza del paese) e deve
per forza di cose decollare», ha sottolineato, “fiducioso”, Picciau.
Opinioni inopinabili quelle espresse dai diretti interessati. Se non si assicurano migliori
condizioni di accesso e percorribilità e non si riqualifica quel perimetro diventa
impossibile pensare allo sviluppo economico dell’area interessata e all’insediamento di
nuove realtà produttive a Decimomannu.
Pozzanghere e fango sull'unica strada che conduce al PIP di Decimo
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Predisposizione per allaccio... idrico in area PIP Decimo
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Rifiuti sparsi sulla strada prospicente la struttura dei Picciau
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Una delle discariche abusive all'interno del PIP
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Carcasse di pneumatici e... Incubatore di impresa sullo sfondo
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Discarica tv...in stato di avanzamento
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La porta di ingresso al PIP di Decimomannu
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L'unica strada, sterrata e... degradata, che conduce al PIP di Decimo
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(Fotoservizio Tonino Uscidda/La Nuova Sardegna)
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