Articolo per il periodico Vulcano
(pubblicato sul n. 74 di genn-febbr-marzo 2012)

NAPOLITANO, PRIMA VISITA UFFICIALE A CAGLIARI

Il Capo dello Stato contestato nel capoluogo. "Situazione sarda
difficile, peggiore del previsto..."
(parole del Presidente). Il sindaco
Zedda nell'incontro in Comune ha parlato di tagli agli Enti locali, di
disoccupazione e povertà incalzante: temi cari al Presidente della
Repubblica. "Dobbiamo preoccuparci - ha detto ancora Napolitano - di
chi non ha l'essenziale, bisogna correggere e innovare lo stato sociale

(Welfare)
della popolazione. Se non va bene va modificato". Commosso incontro
con i genitori di Rossella Urru.

di Tonino Uscidda


   CAGLIARI.

Non è stata, solo, una accoglienza da "squilli di trombe" e scrosci di applausi
quella che ha ricevuto il Presidente Giorgio Napolitano il 20 febbraio in occasione della
sua prima visita ufficiale in Sardegna. E' stata anche dura contestazione. Prima da parte di
alcune decine di manifestanti, già al suo arrivo nel piazzale del molo turistico di Cagliari
dove è stato accolto dalle Autorità regionali e da una piccola folla di cittadini e dove ha
scoperto - per la ricorrenza dei 150 anni dell'Unità - le opere in pietra sarda dello
scultore di San Sperate Pinuccio Sciola, poi in via Roma nel corso della visita in Municipio.
Fischi e urla contro hanno accompagnato Napolitano e il suo seguito anche nel corso dei
successivi incontri istituzionali, specie davanti al Teatro Lirico dove il Movimento dei
Pastori sardi ha chiesto invano un incontro. Duro il leader dei pastori Felice Floris. «Il
Presidente ha messo da parte i mestieri tradizionali della nostra Isola: i pastori, gli
agricoltori e gli artigiani..»
. Oltre ai pastori erano presenti un centinaio di attivisti di
"Sardigna Natzione", il "Popolo delle partite Iva" anti-Equitalia, i sindaci del Sulcis-
Iglesiente, a richiamare l'attenzione sulla Provincia più povera d'Italia, il Comitato per
Rossella Urru, la cooperante ventinovenne di San Mugheo rapita oltre quattro mesi
addietro nel sud dell'Algeria (i genitori della ragazza, che avevano chiesto un incontro
con Napolitano, sono poi stati ricevuti in forma privata accompagnati dal Presidente della
Regione Ugo Capellacci), gli studenti universitari che chiedevano più soldi per l'istruzione
e meno per gli armamenti e tante donne e uomini disoccupati con gli striscioni della
protesta. Molte le bandiere sarde raffiguranti i Quattro Mori e pochissimi i tricolori.
Il Presidente. «Non rappresento le banche e il grande capitale finanziario, come qualcuno
umoristicamente crede e ho sentito gridare»
ha replicato il Capo dello Stato che sente la
responsabilità di sostenere il rilancio dell'Italia. «La crisi dell'Isola non è solo una crisi
derivante dalle straordinarie difficoltà della finanza pubblica, ma ritengo
– ha spiegato
Napolitano - sia una crisi derivante dal logoramento di un vecchio modello di sviluppo.
Ora non è facile, naturalmente, gettare le basi di un diverso rilancio economico e sociale
della Regione. Però
– ha assicurato il Presidente - questo è l'impegno delle istituzioni e io
sono qui per raccoglierlo e naturalmente per sentire, innanzitutto, queste voci
abbastanza angosciate di lavoratori che hanno perso l'occupazione e non riescono a
trovarla».

Le voci della protesta pacifica. Sandro Melis, 51 anni, operaio edile in mobilità di
Gonnesa: «Alla mia età non è facile trovare lavoro, oramai nel mio paese siamo oltre 1500
disoccupati. Nel Sulcis, non c'è più speranza, sta chiudendo tutto.
Le urla di dissenso
contro il Presidente? «Ci stanno perché i politici hanno sbagliato. Questi signori
dovevano pensare anche a noi. Forse Monti sta risollevando l'Italia ma a discapito di noi
cittadini»
. Federica Sanna, 20anni, studentessa di Iglesias al secondo anno di
giurisprudenza: «Purtroppo stiamo vivendo un momento troppo brutto e capisco e
condivido la protesta della gente, però allo stesso tempo dico che è necessario reagire»
. I
più hanno perso la fiducia in un futuro migliore. «E' vero la popolazione, come vediamo,
è molto critica verso le Istituzioni, ma da un momento del genere si esce solo con la
speranza di una Nazione più unita e forte. Non aver fiducia nell'Italia vuol dire
distruggerla ancora di più. Gli Organi costituzionali vanno sostenuti per evitare la
divisione del paese e il venir meno della nostra democrazia»
. Il Capo dello Stato ha avuto
il coraggio in un momento drammatico di "ribaltare" il tavolo del Governo in carica: «Il
Presidente, nel corso della grave crisi economica, ha agito pienamente nel rispetto delle
nostre Istituzioni»
. Maurizio Puddu, 32 anni, ingegnere precario ogliastrino ricostruisce:
«Sono dovuto scappare dal paese anche perché mio padre, ex operaio della cartiera di
Arbatax in cassa integrazione da una vita, un bel giorno mi ha detto ‘figlio mio continua a
studiare perché desidero per te una vita diversa dalla mia..'. Qui a Cagliari ho studiato e
mi sono laureato; avevo qualche prospettiva, qualche sogno ma, oggi, mi è stata tolta
anche la possibilità di essere artefice del mio destino»
Il ragazzo stigmatizza l'attuale,
preoccupante, situazione. «Ho aperto una partita IVA per poter lavorare di tanto in tanto,
in regola, nel settore privato, ma, con quel poco che guadagno non ci pago neanche le
tasse..»
. Come interpreta la visita del Presidente Napolitano a Cagliari? «Penso che l'Unità
d'Italia si costruisce non solo inaugurando monumenti ma anche dando opportunità di
lavoro alla gente, ai giovani, perché – conclude sconsolato il giovane ingegnere - se c'è il
lavoro tutti siamo più sereni e si crea più armonia e meno dissenso»
.


Cittadini manifestano di fronte al Municipio di Cagliari

Il Presidente Napolitano

Il Presidente prende appunti (foto Mauro Chessa, La Nuova Sardegna)

La studentessa Federica Sanna

L'ingegnere Maurizio Puddu

Lo scultore Sciola mostra a Napolitano le pietre che suonano

Sciola mostra le sculture in pietra al Presidente

(Fotoservizio di Tonino Uscidda/La Nuova Sardegna)

 


 

 




 
TONINO USCIDDA - © 2007