ARTICOLO PER IL PERIODICO LOCALE VULCANO
(pubblicato, parzialmente, sul n.58 di settembre / ottobre 2008)

ATLETICO DECIMOMANNU: IN CAMPO PER UN CAMPIONATO DA PROTAGONISTI?
Intervista verità al mister dei biancoverdi Sergio Fadda

di Tonino Uscidda

Decimomannu, ottobre

Sono confortanti i primi risultati conseguiti dai biancoverdi dell’Atletico Decimomannu in questo inizio di stagione. Due vittorie (una in trasferta), due pareggi e due sconfitte fanno ben sperare gli sportivi cagliaritani e decimesi. La squadra, con l’arrivo di un bomber di esperienza quale è Paolo Piludu, si è presentata al nastro di partenza con una marcia in più anche se c’è da dire che manca una valida ed efficace alternativa all’attaccante cagliaritano (2 sole reti messe a segno fino alla 6^ di andata). E’ possibile che la società biancoverde - frutto dell’accordo che ha evitato in estremis, ai decimesi, di scomparire dal calcio dilettantistico che conta - torni sul mercato di dicembre per rinforzarsi con l’arrivo, almeno, di un forte centrale difensivo.
Nel frattempo il nuovo allenatore cagliaritano Sergio Fadda (sostituto del bravo Paolo Busanca) prepara - sul secondo campo in terra battuta dell’impianto comunale di via Aie (il terreno erboso è da giorni inutilizzato per via di indispensabili lavori di manutenzione) - la sfida esterna nientemeno che con il Sanluri “schiacciasassi” di Festa, Angheleddu (ex grande capitano venticinquenne dell’Atletico) e Marras: nomi rappresentativi di una rosa biancorossa composta da alcuni tra i più forti giocatori della categoria (e non solo). Il presidente Pilloni non ha badato a spese quest’anno.


Mister Fadda, ritiene i risultati conseguiti finora adeguati alle attese di inizio stagione? “In parte. Confesso che mi aspettavo una vittoria in più”. Con quale squadra? “Con il La Palma di Alghero” (i decimesi non sfigurarono ma la vittoria premiò i catalani con una rete messa a segno proprio nell’ultimo dei minuti di recupero). Ad onore del vero – confessa il trainer – si è partiti senza ambizioni, con la consapevolezza di fare un campionato, al pari di tante altre squadre, in chiave salvezza e senza passare per i play out. Strada facendo ci siamo invece accorti, e i risultati lo confermano, di avere delle potenzialità da sfruttare meglio sul campo”.

E’ necessario l’arrivo di qualche rinforzo che dia più competitività ad una squadra che il presidente Orrù vorrebbe tra le candidate ai play off di maggio? “Se il presidente desidera che la sua squadra sia tra quelle mi deve mettere a disposizione, sicuramente, un difensore centrale di ruolo; e poi a questo punto – sostiene Fadda - serve proprio un altro attaccante. Non nego che si possa rinunciare, eventualmente, a qualche individualità in eccesso presente nella rosa, specie tra i centrocampisti e i difensori”.
Ci racconti il primo incontro con il gruppo biancoverde “orfano” di mister Busanca. “Quel giorno tutto è andato come prevedevo. Cioè bene. Molti giocatori li sentii, telefonicamente, già prima del raduno. Finora non ho avuto difficoltà ad entrare in sintonia con questi ragazzi. E’ un gruppo composto da personalità leali e coscienziose anche se con competenze differenti; nel senso che – spiega l’allenatore – i giocatori dell’Atletico hanno un poco più di rigore comportamentale rispetto a quelli provenienti dalla Decimese. Normalissime differenze che si notano tra quelli che hanno giocato in serie D e coloro che non vi hanno militato”.

La sua ex squadra, il Samassi, capeggia la classifica guidata dal mister Garau, suo sostituto nello scorso campionato. Se lo aspettava a questo punto del campionato? “Faccio gli auguri solo ai giocatori e al loro allenatore – taglia corto Fadda – gli altri non mi interessano e non ne voglio nemmeno parlare. Comunque c’è da dire che questa squadra ha due tra i migliori giocatori dell’Eccellenza che rispondono al nome di Manuel Vergori e Nunzio Falco”.
I risultati ci dicono che le squadre più accreditate alla vittoria finale (Sanluri a parte) faticano a raggiungere uno standard qualitativo e costante di gioco e risultati. “Ciò è normale a questo punto della stagione perché i valori si definiscono tra la fine del girone di andata e l’inizio di quello di ritorno. Per adesso le compagini più forti stentano ad imporsi – spiega il mister – per normali problemi legati anche alla differente preparazione atletica di questa estate. Scelte consapevoli di ogni allenatore, in funzione di una partenza molto rapida o viceversa ritardata”.

Quale errore non rifarebbe. “Quello di partire, a inizio campionato, provando a fare molta densità davanti alla nostra area per poi lanciare i nostri esterni in avanti. Questo, a dire la verità, ha prodotto poco. Adesso ho incominciato a cambiare nel senso che, la difesa e il centrocampo devono stare un poco più alti e tentare di conquistare la palla più vicino alla porta avversaria. Spero che questo modulo di gioco possa dare più frutti in fase realizzativa”.

Ogni tattica di gioco può essere vincente? “No, se cosi fosse saremmo tutti bravi e avremmo tutti una infinità di punti in classifica. La tattica è vincente in parte; bisogna – aggiunge Fadda - metterla in risalto con quello che sono le condizioni atmosferiche, l’avversario e l’arbitro. Sono tre variabili, con in più i nostri undici giocatori, difficilmente controllabili per intero”.

In questa stagione l’Atletico Decimomannu non dispone del giovane trequartista Angheleddu: un punto fermo dell’Atletico negli anni passati; una perdita non da poco quella del capitano, passato alla corte di Zottoli a Sanluri. “Tra l’altro – aggiunge il trainer biancoverde – è stato anche uno tra i migliori realizzatori della stagione scorsa. Però è anche vero che non potevamo trattenere un atleta (svincolato) che avrebbe giocato in questa squadra malvolentieri”(…). “Comunque la società non si è fatta cogliere impreparata provvedendo a fare arrivare a Decimo un elemento esperto ed altrettanto valido quale è Oscar Erriu”.
Lei è stato un buon calciatore dilettante. Avere giocato e un vantaggio per chi vuole intraprendere la carriera di allenatore? Oppure sono necessarie altre doti per imporsi. “Io dico di no. Comunque talvolta c’è la presunzione, in chi ha giocato, di essere migliore. Questo è sbagliato perché abbiamo riprove, specie nel basket, dove troviamo veramente pochissimi allenatori di livello che siano stati anche bravi giocatori; ci sono invece – puntualizza - tanti ottimi allenatori con un passato non agonistico”.

E’ scaramantico? “No, per niente”.

Cosa non gli piace di lei. “Faccio una premessa: molte persone mi dicono che sono presuntuoso. Rispondo che ciò lo è solo in apparenza: in realtà sono riservato. Concedo amicizia e confidenza – confessa - solo a coloro cui penso di potermi fidare. Io non ho mai pensato di dover, necessariamente, esternare agli altri il mio pensiero. Comunque sia, penso anche di non avere nessun tipo di verbo ma semplicemente una mia idea che tento di portare avanti finché i fatti non mi smentiscono. A quel punto, chiaramente, una idea può essere flessibile. Essere irremovibili sulla propria linea di condotta è riduttivo e controproducente. Questo concetto – sottolinea - vale soprattutto nel calcio dove noi allenatori siamo i primi a sbagliare. L’importante è riconoscere gli errori commessi anche al fine di migliorare il nostro atteggiamento verso il prossimo”.

L’ambiente calcistico che ricorda con più piacere, da allenatore. “Quello della Gialeto di Serramanna. Devo dire di non conoscere ancora bene il signor Tonino Orrù e gli altri dirigenti, quindi lascio fuori l’Atletico Decimomannu dal mio giudizio. La cultura sportiva – sostiene – non si compra; certe società, compresa quella in cui ho militato lo scorso anno, probabilmente credono di acquistarla con il denaro ma sbagliano.... Ricordo che alla Gialeto avevano pochissimi soldi ma, al contrario, avevano una grandissima moralità e soprattutto – aggiunge – lasciavano lavorare l’allenatore in santa pace, consapevoli che anche quello era un suo diritto”.

Domanda cattivella. Ritiene tutti i 16 allenatori dell’Eccellenza qualitativamente all’altezza di allenare in questa categoria? “Credo proprio di si – afferma - anzi probabilmente qualcuno di loro potrebbe tranquillamente allenare in C1 e forse anche in serie B. Purtroppo noi sardi abbiamo di mezzo il mare che ci divide dalle piazze calcistiche della penisola. Credo fermamente che il livello degli allenatori sardi sia superiore a quello di tanti colleghi delle altre regioni. Ciò che maggiormente ci penalizza – sottolinea - è il fattore economico e l’avere poche squadre militanti in C2, paradossalmente allenate – aggiunge amaro – per lo più da allenatori della penisola”.

C’è qualche collega assente, nel campionato di Eccellenza, che meriterebbe maggiore attenzione? “Non vorrei fare nomi per non scontentare nessuno, però Beppe Martinez, mio caro amico, Paolo Busanca, Vittorio Pusceddu, e altri senza squadra, sono persone che possono dare tantissimo al calcio”.

Scorrendo le gare in calendario da qui alla fine del girone di ritorno, il 14 dicembre, quanti punti pensa di poter racimolare? “Non è mia abitudine fare calcoli. Ritengo potrebbe andar bene girare intorno ai 23, 24”.

Domenica vi attende il Sanluri, compagine accreditata per la vittoria finale. “Non sottovalutiamo l’impegno e non abbiamo paura di giocare con nessuno” (i biancoverdi sono poi usciti sconfitti dal ‘Campunou’ per quattro reti ad una). “La nostra grande forza oltre che all’interno del rettangolo di gioco e nello spogliatoio. Ciò che conta – assicura Fadda - è dimostrare giorno dopo giorno di essere adeguati, sia gli allenatori, lo staff e tutti i giocatori, a vestire la maglia dell’Atletico Decimomannu. Le squadre che affrontiamo settimanalmente sono solo un contorno, nel senso che ci confrontiamo con chiunque giocando alla pari. Se l’avversario e superiore a noi e vince siamo anche bravi ad applaudirlo”.

Come prepara gli incontri di campionato? “Per conoscenza personale dell’ambiente calcistico. Conosco molti colleghi, la stragrande maggioranza dei giocatori e il loro tipo di gioco. Questo – ricorda - è il mio decimo anno di Eccellenza. Prendo anche appunti nel corso della partita - per una maggiore ricchezza informativa sugli avversari - in funzione dell’incontro di ritorno”.

Si dia un voto dal 6 al 10 per i suoi trascorsi di allenatore in Eccellenza. “Da insegnante di sostegno (la professione di Sergio Fadda) mi do il voto più alto! – esclama scherzosamente. “Per il resto – conclude - il miglior voto lo do io ai tanti amici veri, allenatori e atleti, che ho avuto la fortuna di incontrare in tanti anni di attività sportiva”.

 

CHI E’ SERGIO FADDA:

Età:
Città di origine:
Stato civile:
Titolo di studio:
Professione:
Patentino di allenatore:
Conseguito in data:
Squadre allenate:

Campionati vinti:


Retrocessioni:

Coppe Italia vinte:
Altri titoli (migliore allenatore etc..):
Ruolo ricoperto da giocatore:
Squadre in cui ha militato:
47 anni;
Cagliari;
Coniugato con due figli;
Laurea in scienze motorie Isef;
Insegnante di sostegno;
Allenatore di base (può allenare anche in D);
1997;
Scuole calcio Gialeto, Sigma, Sant’Elena (Eccellenza) Gialeto e Samassi (Eccellenza);
Titolo regionale juniores e quarti di finale nazionale con il Sigma;
Una (con la Gialeto di Serramanna);
Nessuna;
Anni fa 3° nella classifica dei migliori allenatori dilettanti;

Centromediano metodista (in Promozione);


Andromeda, Ussana, Gialeto, Senorbì;

Fadda in panchina


L'allenatore biancoverde Sergio Fadda

Mister Fadda ai tempi del Samassi






 
TONINO USCIDDA - © 2007